Arrivare all'ultima parola del libro è stata un'emozione fantastica. Un viaggio che è iniziato durante la quarantena, con la raccolta e l'esame di tutto il materiale col quale ho sperimentato non solo la tecnica del ventriloquo, ma anche quello che succede nella messa in scena, nello spettacolo.
Perché scrivere un libro? Quando mi sono affacciato a questo mondo, nel 2011, ho trovato ben poco materiale in italiano che fosse interessante. I Pochi libri parlavano di cose che non mi convincevano, o comunque mi sembravano far luce su punti poco importanti ed essere carenti nelle cose che avrei voluto sviluppare. Ho speso tempo e denaro in ricerca materiale e formazione, per poi trovarmi a condividere tutto questo online coi tutorial... no, non mi basta. Perché il tutorial è un po' fine a se stesso e non prende la disciplina nella sua interezza. Affrontare lo studio di una materia vuol dire districarsi non solo negli aspetti tecnici ma anche in quello che c'è dietro. Imparare la tecnica del ventriloquo senza saperla usare in scena è come avere la Mercedes di Lewis Hamilton e non saper guidare. O pretendere di andarci a funghi.
Ora c'è ancora molto da fare; grafiche, editing, correzioni, formattazione... per poi arrivare alla pubblicazione.
Quanto vale tutto questo? Ho messo dentro le sintesi di tutte le mie esperienze... derivate da formazione, fallimenti, successi. Tutto. Mi è costato sangue e sudore. E tanti soldi. Lo metterò in vendita per pochi euro, con la speranza che la mia passione possa essere di ispirazione a qualcuno affinché questa arte magnifica si diffonda nel modo corretto, e non come surrogato alla magia.
A presto allora e, come diciamo in teatro, e citando l'ultima parola del mio libro: MERDA!